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Come aprire una Partita IVA e quanto costa
L’apertura di una partita IVA è il primo passo della propria carriera imprenditoriale e sapere come aprire una partita IVA ne è di vitale importanza per la fiscalità e contabilità.
Cos’è e quanto costa aprire una partita IVA?
Questa è senza ombra di dubbio la prima domanda che ci passa per la testa ma non è semplice trovare la soluzione adatta alla propria attività e al proprio reddito. La partita IVA è un gruppo di numeri che identificano una società o una persona, sono 11 numeri e i primi 7 collegano la partita IVA al contribuente che ne è titolare, i successivi 3 numeri corrispondono a codice identificativo dell’Ufficio delle Entrate ed infine il rimanente ha una funzione di controllo. Questa semplice sequenza è in grado di controllare ed identificare il titolare della società;

La partita IVA è un regime fiscale al quale ogni imprenditore è sottoposto, la persona in questione quando vorrà aprire una partita IVA avrà l’obbligo di emettere fattura e pagare i contributi dovuti al fisco e previdenza sociale (IVA) cioè, imposta sul valore aggiunto.
Quanto costa mantenere una partita IVA?
Prima di sapere il costo è bene specificare che esistono vari tipi di Regimi, come quello Forfettario o Ordinario.
La pratica di apertura si aggira tra i 100€ e i 300€ a seconda dello studio a cui farete riferimento.
Ora parliamo del regime Forfettario, questo rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che esercitano un’attività di impresa, arte o professione in forma individuale, purché siano in possesso dei requisiti stabiliti dalla legge e, contestualmente, non incorrano in una delle cause di esclusione.
Si può aprire partita IVA in regime forfettario tutti i contribuenti che non superino il limite di 65.000 euro di ricavi o compensi. Inoltre, a partire dal 2020, è necessario aver sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari. Per accedere o restare nel regime forfettario bisogna confrontarsi quindi con i seguenti limiti: spese per il personale dipendente e per lavoro accessorio non superiore a 20.000 euro lordi; conseguimento di redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non superiori a 30.000 euro.
Il limite di 30.000 euro relativo ai redditi da dipendente non si applica ai lavoratori dimessi o licenziati: in tal caso, sarà libero l’accesso al regime forfettario.
Esclusi dal regime forfettario:
gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni che partecipano contemporaneamente a società di persone, associazioni professionali o imprese familiari ovvero che controllano direttamente o indirettamente società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione, le quali esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte individualmente
le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono in corso rapporti di lavoro o erano intercorsi rapporti di lavoro nei due precedenti periodi d’imposta ovvero nei confronti di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili a tali datori di lavoro, fatta eccezione per chi inizia una nuova attività dopo aver svolto il periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni.
Inoltre, il regime forfettario non si applica a:
- regimi speciali Iva;
- soggetti residenti all’estero e che non producono almeno il 75% del reddito in Italia;
- soggetti che effettuano attività di compravendita di terreni edificabili, fabbricati o veicoli nuovi.
Quali sono i costi da sostenere per una partita Iva a regime forfettario?
In base a quanto previsto, il regime agevolato prevede l’applicazione di un’aliquota sostitutiva i Irpef e Iva al 5% per i primi 5 anni, che passa al 15% a partire dal sesto anno.
Per quel che riguarda i contributi Inps relativi ai professionisti senza cassa e quindi iscritti alla gestione separata Inps, l’aliquota contributiva è del 27,72%. In caso di artigiani e commercianti è necessaria l’iscrizione in Camera di Commercio ed il versamento dei contributi fissi INPS di circa 3.700,00 euro l’anno. Tuttavia è prevista la possibilità, per i forfettari di adottare il regime Inps agevolato, che prevede il minimale ridotto del 35% da pagare in quattro rate trimestrali. La comunicazione per la riduzione dei contributi Inps dovrà essere effettuata entro il 28 febbraio o subito dopo aver aperto la partita IVA.
Il risparmio previsto per chi apre una partita IVA in regime forfettario non riguarda soltanto la tassazione agevolata al 15%, ma anche i costi di gestione della propria attività. Sono previste diverse semplificazioni e la più importante è sicuramente quella in materia di IVA e l’esonero dall’obbligo di fatturazione elettronica. È invece obbligatorio lo scontrino elettronico anche per i forfettari.
Costi partita IVA regime ordinario
Quanto costa invece una partita Iva a regime ordinario?
Nel caso in cui sia esclusa la possibilità di aderire al nuovo regime forfettario, i titolari di partita Iva saranno soggetti al pagamento delle imposte e dei costi ordinari. Nel dettaglio, il costo per aprire ma, soprattutto, mantenere una partita Iva in regime ordinario si traduce in:
costo per Camera di Commercio – diritto camerale (sono esenti i contribuenti che svolgono attività professionali e tecniche che non obbligano all’iscrizione al registro delle imprese);
- costi Irpef;
- costi gestione separata Inps o cassa professionale;
- Irap;
- Iva, l’imposta sul valore aggiunto calcolata sull’imponibile di ogni fattura.
Come aprire una partita IVA nel pratico
Per aprire una partita IVA bisogna presentare richiesta all’Agenzia delle Entrate, la quale provvederà ad attribuire al richiedente il codice di 11 cifre utile per identificare il soggetto richiedente.

Per l’apertura della partita Iva bisogna compilare e consegnare all’Agenzia delle Entrate il modello AA9/12 in caso di persone fisiche o AA7/10 in caso di soggetti diversi. Si tratta della dichiarazione di inizio attività che dovrà essere consegnata entro 30 giorni dall’avvio della propria attività professionale autonoma. Potete scaricare i modelli da consegnare all’Agenzia delle Entrate direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
I modelli AA9/12 o AA7/10 dovranno essere consegnati all’Agenzia delle Entrate in allegato con il proprio documento di riconoscimento recandosi presso uno degli Uffici, attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno o in modalità telematica, attraverso il software che è possibile scaricare sul sito. Al momento dell’apertura della partita Iva bisognerà scegliere il codice ATECO dell’attività che si intende svolgere. In caso di variazione dell’attività svolta si dovrà procedere, di conseguenza, con la comunicazione del nuovo codice identificativo dell’attività.
I titolari di partita Iva sono obbligati, inoltre, ad aprire la propria posizione previdenziale all’Inps per il pagamento dei contributi e all’Inail per l’assicurazione obbligatoria.
Insomma che tu sia un neofita o un esperto del business dovrai – per tua sicurezza – recarti da un esperto fiscale in modo da poter delineare la corretta tipologia di regime che darà benefici alla tua attività senza mai troppi pensieri.